Il ruolo del commercialista nel rapporto banca-impresa
In un contesto dove la sfida della sostenibilità ambientale, sociale e economico-finanziaria si dimostra in tutta la sua ampiezza, all’imprenditore – e al commercialista che ne è il consulente – si chiede di attuare dei sistemi di analisi e di controllo adeguati a verificare la continuità aziendale e la capacità dell’azienda di continuare a creare valore per gli azionisti e per tutti gli stakeholder.
Indice
1. Gli effetti dell’inflazione nella storia recente
2. Il commercialista consulente d’azienda
3. Il rapporto banca-impresa nell’attuale scenario economico
4. Il ruolo del commercialista nel rapporto banca-impresa
1. Gli effetti dell’inflazione nella storia recente
In questi ultimi due anni si vede riemergere, dopo un periodo molto lungo, l’inflazione, innescata dapprima dalla ripresa della domanda dopo la pandemia e dalla concomitante scarsità di alcune materie prime per la difficoltà della logistica legata anche alle politiche di lockdown cinesi. L’inflazione, poi, è stata ulteriormente esacerbata dall’aumento del prezzo delle risorse energetiche, del gas in primis, per il conflitto in Ucraina.
Le banche centrali hanno risposto con un aumento dei tassi di interesse, con l’obiettivo di raffreddare la domanda, tassi di interesse che fino al luglio 2022, per sostenere l’economia, erano stati mantenuti prossimi allo “0”. L’inflazione attuale si accompagna infatti a una ripresa dell’economia e a una situazione occupazionale positiva, in uno scenario diverso dal passato.
L’aumento dei tassi non solo ha effetti macroeconomici, ma sta producendo anche effetti microeconomici, non sufficientemente ponderati secondo alcuni osservatori, con effetti di instabilità finanziaria dovuta alla perdita di valore dell’attivo di alcune istituzioni creditizie.
La manifestazione della crisi di alcune banche USA – dove il management aveva finanziato l’investimento in titoli a lungo termine con depositi a breve termine, scelta che per l’aumento dei tassi ha condotto a rilevare pesanti perdite – ha innestato una crisi di sfiducia, con il rischio che il raffreddamento della domanda derivi ora da politiche bancarie di credit crunch.
2. Il commercialista consulente d’azienda
Per le aziende, soprattutto PMI, inflazione e aumento dei tassi di interesse rappresentano uno scenario in cui la pressione sui margini aziendali diviene rilevante, richiedendo l’implementazione di sistemi di controllo gestionale adeguati a verificare la continuità aziendale e la capacità dell’azienda di continuare a creare valore per gli azionisti e per tutti gli stakeholder.
In un contesto dove la sfida della sostenibilità ambientale, sociale e economico-finanziaria si dimostra in tutta la sua ampiezza, all’imprenditore – e al commercialista che ne è il consulente – si chiede di attuare dei sistemi di analisi che consentano di valutare in che misura l’aumento dei prezzi delle materie prime possa essere ribaltato sui prezzi di vendita, ovvero se sia opportuno, per conquistare nuove quote di mercato, mantenere condizioni di vendita favorevoli, in una logica di assicurarsi la fedeltà della clientela.
L’aumento dei prezzi può, se non bene gestito, comportare un fabbisogno crescente di capitale circolante, con la necessità di trovare fonti di finanziamento adeguate a coprire il fabbisogno. Ma con tassi crescenti è necessario esplorare modalità alternative di finanziamento, che consentano di ridurre il costo dei finanziamenti stessi, ricorrendo alle innovazioni finanziarie previste dal Fintech, dal P2P a forme di reverse factoring, crowdfunding e altro.
3. Il rapporto banca-impresa nell’attuale scenario economico
In uno scenario in continua evoluzione il rapporto con la banca deve impostarsi in un processo di elevata trasparenza, da cui il miglioramento dell’informativa aziendale.
Un miglioramento relativo non soltanto al contenuto del tradizionale bilancio d’esercizio, ma soprattutto in termini di capacità di rispondere ai questionari della banca che – in base alle nuove linee guida dell’EBA sul monitoraggio della clientela – integrano i tradizionali indicatori economico-finanziari finalizzati ad approfondire la capacità dell’azienda di generare flussi finanziari adeguati al servizio del debito. Non solo, richiedono anche una approfondita analisi dei rischi legati ai fattori ESG, ovvero ai fattori ambientali, sociali e di governance.
La politica della UE per una economia a zero emissioni vede infatti l’elevato coinvolgimento delle banche, a cui, in relazione alla SFRD, viene demandato l’orientamento degli investimenti verso la sostenibilità ambientale.
Pertanto i questionari delle banche, in sede di attribuzione o revisione degli affidamenti, pongono particolare attenzione alle informazioni sui rischi fisici e sui rischi di transizione cui è sottoposto il business aziendale, rischi che possono comportare non solo l’impatto sul territorio, ma anche avere rilevanti riflessi finanziari sulla stessa continuità aziendale.
4. Il ruolo del commercialista nel rapporto banca-impresa
Pertanto il dottore commercialista deve seguire la preparazione della documentazione che l’azienda deve presentare alla banca, assicurando che l’informativa abbia una impostazione forward looking, illustrando il piano di sviluppo e la fattibilità del suo finanziamento.
In questo ambito diventa importante verificare la capacità di avere una redditività operativa adeguata alla copertura degli interessi passivi previsti in crescita, ma non solo.
Sarà necessario che il sistema di controllo valuti la capacità di autofinanziamento nel breve e nel lungo termine e la sua coerenza con i fabbisogni derivanti dall’investimento in capitale fisso, necessario per adeguare il complesso produttivo alla sostenibilità ambientale del business, e il fabbisogno per capitale circolante, per sostenere le vendite.
In presenza di un fabbisogno finanziario netto da coprire saranno importanti analisi what if, in ipotesi di scenari diversi, per valutare i rischi delle strategie di investimento e finanziamento e sapere intervenire tempestivamente in caso di mutamenti di scenario che rendono non percorribili le scelte effettuate.
La costruzione di un clima collaborativo in azienda rappresenta la sfida per le attuali organizzazioni, tenendo presente che le aziende nascono e si sviluppano per risolvere problemi e non per crearli.